Tutto si svolge nella mattina della domenica.
Il comitato dei festeggiamenti, con le autorità civili, militari e con il clero cittadino, si recano dalla Chiesa Madre del paese alla Chiesa del Crocifisso, seguiti da una grande quantità di gente con in mano delle palme e dei ramoscelli di ulivo. Dopo essere arrivati davanti la chiesa il parroco, dopo una breve omelia, benedice le palme e gli ulivi.
Dopo la benedizione, seguirà la Messa, e al termine, la processione dei santi Pietro e Paolo.
La storia di questi Santi è molto controversa e lunga. Fino a circa 65-70 anni fa le statue odierne erano sostituite da due statue “umane” che venivano indossate da due persone. Queste statue di cartapesta, raffiguranti proprio gli apostoli Pietro e Paolo, chiamate dalla gente “sanpitruni” e “sanpauluni” furono bandite dall’allora parroco don Francesco Papa, il quale fece firmare un decreto vescovile che ne vietò l’entrata in chiesa.
I motivi di questo veto furono molteplici: le statue erano molto grandi e il fatto che camminassero con delle gambe vere, poiché venivano indossate, provocava paura nei bambini; inoltre, essendo una tradizione esclusivamente folkloristica, non si rispettavano gli orari delle Messe e delle celebrazioni, facendo irruzione in chiesa e provocando un gran disturbo.
La popolazione riesina reagì in maniera quasi rivoltosa, ma il veto rimase attivo e la processione dei “sanpauluna” fu bandita e sostituita da quella odierna.
- Testo a cura di Vincenzo Scibetta.
- Foto tratta dal web.